SALOMONE E LA REGINA DI SABA di Gaetano Dini

Esoterismo della Bibbia: La visita della Regina di Saba a Salomone

Secondo una tradizione biblica, dopo la morte di Sara Abramo sposò Keturà, sua seconda moglie o forse una concubina, di probabile origine non ebrea. Keturà generò ad Abramo sei figli tra cui Ioksan. Da Joksan nacquero Saba e Dedan.
I nomi biblici di questi personaggi adombrano nomi di tribù di antiche popolazioni semite. Saba doveva essere nient’altro che una tribù semita che all’epoca viveva nei territori cananei o in quelli della penisola del Sinai (chiamiamo questa tribù per nostra comodità linguistica Sabatei, da non confondere col popolo dei Nabatei).
Quindi la Regina di Saba, regina secondo la tradizione di un potente regno etiope o yemenita che andò in sposa a Salomone portando come dote doni preziosi, più prosaicamente doveva essere stata la figlia o addirittura una delle figlie del capo-tribù del popolo semita dei Saba o Sabatei. 

Nell’immagine a lato,
“La Regina di Saba” di Edward Slocombe (1850-1915)

Però potrebbe anche discendere da Ismaele…
Ismaele nella Bibbia è il capostipite dei popoli arabi o ismaeliti. Ismaele era figlio primogenito di Abramo e della schiava egiziana Agar, allontanati poi dalla tribù dopo la nascita del figlio Isacco, nato dall’ebrea Sara, moglie legittima di Abramo. 
Nella Genesi vengono elencati vari discendenti di Ismaele. 
Da un suo figlio, Qedar, discese il popolo arabo dei Qedariti; da un altro suo figlio, Nabaiot discesero i Nabatei. Un altro figlio di Ismaele era Tema, il cui nome è rimasto legato all’oasi carovaniera di Teima nell’Arabia nordoccidentale. 
Un’ altra popolazione araba discendente dal capostipite Ismaele è quella dei Sheba, vissuta nell’Arabia settentrionale ai confini col regno di Israele. 

Che provenisse dall’una o dall’altra tribù, la famosa e misteriosa regina di Saba, come narra la Bibbia, era andata a visitare re Salomone attratta dalla grande saggezza di lui. Portava con sé, come era consuetudine, doni rari e preziosi. 
Quella donna bellissima, circonfusa da un’aura favolosa di mistero e con supposta provenienza da posti mitici e lontani quali lo Yemen o l’Etiopia tutt’ora incerti, ebbe da Salomone un figlio che portò con sé, al ritorno dal viaggio, nel proprio regno, di cui in seguito suo figlio divenne re. Non restò col padre, perché c’erano già molti fratellastri legittimi a corte.
Salomone era famoso, oltre che per la sua saggezza, anche per lo sfarzo in cui viveva e per le settecento principesse che aveva come mogli e le trecento concubine (numeri senz’altro fantasiosi che danno 1.000 come somma, una cifra tonda).
Forse la Bibbia ha ingigantito volutamente una vicenda nuziale molto comune che riguardava però un re così importante per gli Ebrei come Salomone. Il racconto biblico finisce qui.

Nell’immagine sotto,
“La visita della regina di Saba al re Salomome”,

dipinto di Sir Edward John Poynter (1836 – 1919)
Art Gallery of the New South Wales

I famosi doni portati in dote dalla Regina di Saba, dovrebbero verosimilmente essere stati da parte della figlia del capo-tribù dei Saba, stoffe varie e poi intere casse di fichi, datteri, mandorle, dolci prelibati a lunga conservazione anche al miele e tante spezie. E ancora animali importanti per quelle popolazioni quali cammelli e vari animali da cortile. 
Tutti doni certamente graditi da Salomone e valutati adeguati dai suoi contabili di corte ma niente di più.
Uno dei tanti matrimoni diplomatici questo con la “Regina dei Saba” che Salomone contraeva per stringere alleanze politiche e commerciali con popolazioni semite che vivevano fuori dai confini del suo regno: la donna poteva infatti essere stata nient’altro che un’aristocratica della suddetta tribù araba ad esempio la figlia del capo tribù o altra donna di alto rango tribale, andata in sposa per motivi di convenienza politica a re Salomone, quindi nient’altro che una delle sue innumerevoli mogli.



Autore: Gaetano Dini
Messo on line in data: Dicembre 2022