ANIMISMO E SCIAMANESIMO di Gaetano Dini

L’Animismo

Il termine Animismo è usato in antropologia per classificare le tipologie di religioni o pratiche di culto nelle quali vengono attribuite qualità divine o soprannaturali a cose, luoghi o esseri materiali.
Queste religioni, cioè, non identificano le divinità come esseri puramente trascendenti, bensì attribuiscono proprietà spirituali a determinate realtà materiali.
L’Animismo si basa sull’attribuzione di un principio incorporeo e vitale – anima – a fenomeni naturali, esseri viventi e oggetti inanimati, in special modo per tutto ciò che incide direttamente con la vita di queste popolazioni ed è essenziale per la loro sopravvivenza:  prodotti alimentari con la loro caccia e raccolta, i materiali per costruire utensili, monili e ripari, fenomeni atmosferici, la morfologia stessa del territorio.
Tutto ciò viene riconosciuto come animato e progressivamente associato a forme di venerazione, spesso direttamente funzionali alla buona riuscita delle azioni quotidiane per vivere.

 

Lo Sciamanesimo

Sciamanesimo, in antropologia culturale, è un termine che indica l’insieme delle credenze e il modo di vivere e di vedere il mondo da parte di società animiste non alfabetizzate, imperniato intorno a una particolare figura di guaritore-saggio e alla sua attività magico-religiosa, lo Sciamano.
Lo Sciamanesimo si riferisce a una vasta gamma di credenze e pratiche tradizionali, che comprende la capacità di diagnosticare e curare malattie, nonché risolvere tutti i possibili problemi della comunità e del singolo, dal come procurarsi il cibo, a come esorcizzare forze della natura, a come eliminare dei nemici, e ciò attraverso l’asserita capacità dello sciamano di “viaggiare” in stato di trance nel mondo degli spiriti e di utilizzare i loro poteri.

La figura dello sciamano nasce nelle società animiste con lo scopo di risolvere problematiche di base per la sopravvivenza della società, quali Salute, Riproduzione, Sussistenza. Secondo queste culture primitive, in ultima istanza erano gli spiriti ultraterreni a determinare la sorte e gli avvenimenti terreni; ogni problema poteva perciò essere risolto solo da qualcuno che avesse la capacità ed i mezzi per entrare in contatto con tali spiriti, affrontando un “viaggio” ultraterreno nel loro mondo, trovando lì la soluzione ai problemi contingenti. Questo è compito dello sciamano, “ponte” tra mondo terreno e quello ultraterreno. 

Secondo la cultura sciamanica non si può diventare sciamani per scelta o per semplice iniziazione, ma si deve ricevere una “chiamata” da parte degli “spiriti” e a questa chiamata non si può rispondere negativamente. E’ comunque possibile che alcune culture prevedano un qualche tipo di iniziazione per lo sciamano.
Per chi riceve la “chiamata”, questa è spesso vissuta come un dramma. Essa infatti ne sconvolge la vita e ne mina seriamente la stabilità e l’integrità fisico-psichica; il chiamato ne farebbe volentieri a meno…
Tuttavia il non accettare la chiamata avrebbe conseguenze molto più gravi, che potrebbero portare lo sciamano fino alla follia e alla morte.

Generalmente nello sciamanesimo classico gli sciamani sono di sesso maschile, ma esistono anche sciamani di sesso femminile e il loro numero aumenta man mano che ci si avvicina ai gruppi sedentari, soprattutto nelle società agricole e contadine.
Il loro ruolo però è generalmente più marginale rispetto a quello degli sciamani maschi perché, sempre secondo la tradizione sciamanica, il “viaggio” dello sciamano di sesso maschile sarebbe di ben più ampio respiro, avrebbe un raggio d’azione molto più vasto e la sua azione sarebbe molto più potente.
Le sciamane, dove esistono, sarebbero invece generalmente più “specializzate” nelle cure che prevedono l’uso dell’erboristeria.

Durante l’estasi dello sciamano, si impadronisce di lui una forza che può essere concepita sia  come impersonale, sia come spirito o demone. Con questo aiuto lo sciamano influisce sulla vita della comunità.
Gli sciamani sono protettori dei raccolti e della caccia in collettività dove la vita è basata sull’economia di sussistenza e sul rapporto diretto con la natura.
Le regole fondamentali della pratica sciamanica sono il rispetto dell’individualità e della libertà di ogni singolo individuo. E’ vietato per lo sciamano nuocere a sé e agli altri, mancare di rispetto alla Madre Terra e a qualsiasi espressione di vita, nonché ricevere compensi in denaro, pena la perdita del potere sciamanico.
Aspetto significativo della “cura” nella credenza sciamanica è che la guarigione effettuata, è sia fisica che psichica.

Elementi fondamentali che riguardano lo sciamano:

  • La chiamata sciamanica. Lo sciamano, prima di diventare sciamano, asserisce di ricevere una “chiamata” da parte degli “spiriti”, alla quale non può rifiutarsi di rispondere positivamente. 
  • Il viaggio sciamanico. Un “viaggio” mentale, onirico nel “mondo degli spiriti” che lo sciamano compie alla propria investitura e successivamente, con modalità differenti (a volte anche per mezzo di allucinogeni), a ogni suo intervento volto a risolvere problemi propri, della comunità o di singoli.

Le fasi caratteristiche del “viaggio” sono: 

  • trance, stato psichico alterato che in alcuni casi viene raggiunto anche tramite l’uso di allucinogeni e che permane per tutta la durata del “viaggio”;
  • metamorfosi; lo sciamano si trasforma durante il viaggio, quindi in sogno, nell’animale che lo protegge e da cui deriva il proprio potere;
  • combattimento; lo sciamano compie durante il viaggio combattimenti contro gli spiriti e altri sciamani;
  • ritorno; lo sciamano “rientra” dal “viaggio” con la soluzione al problema del singolo o della collettività.

Lo Sciamanesimo, originariamente legato alle culture di cacciatori-raccoglitori, appare diffuso quasi ovunque nel mondo, in Australia, nelle Americhe e in Asia, specialmente in Siberia.

 

Autore: Gaetano Dini
Messo on line in data: Giugno 2019