ANTROPOLOGIA DEL PENSIERO MAGICO (PARTE PRIMA) di Modrax
Il concetto di magia
Presso le varie culture la magia è stata l’arte di ottenere qualche cosa attraverso i poteri della mente. Sebastiano Fusco (Le vie dell’occulto) esamina il diciottesimo Arcano Maggiore dei Tarocchi, la Luna. L’astro notturno è raffigurato con il volto di donna, alto nel cielo; piovono lacrime di argento dal suo volto su un sentiero che si snoda in lontananza da due torri; un cane e un lupo abbaiano alla sua luce, mentre un granchio scivola sulla riva di uno stagno tra il riflesso dei raggi argentei. L’insieme raffigura l’operazione magica. Ogni cosa fatta dall’uomo sta contemporaneamente qui e nel mondo al di là. Ma il mago riesce a portare volontariamente la sua volontà dal mondo al di là al mondo attuale generando un effetto magico, come vedremo meglio tra breve. Il granchio emerge dall’acqua, simbolo del mondo al di là: è la potenza magica che emerge da quel mondo e esercita un effetto magico nel mondo sensibile.
Kremmerz (Introduzione alla Scienza Ermetica) divide la magia in due tipi:
Naturale: “studia i fenomeni dovuti alle qualità occulte dell’organismo umano e la maniera di ottenerli e riprodurli nei limiti dell’organismo impiegato come mezzo”;
Divina: “è dedicata a preparare l’ascesa spirituale dello studioso, in maniera da rendere possibili le relazioni dell’uomo con le nature superiori, invisibili all’occhio volgare”.
Quando la mente del mago influenza direttamente il reale, si parla di magia pratica (a seconda degli scopi può essere bianca o nera). Quando la mente potente del mago riesce addirittura a contattare i defunti, si parla di negromanzia. Invece, quando evoca i demoni si parla di goetia, quando evoca le entità angeliche si parla di teurgia.
Frazer (Il ramo d’oro) sostiene che la magia era praticata dalle popolazioni primitive che ignoravano le esatte leggi della natura, che sono di causa-effetto: un principio determina un effetto ben preciso. Invece anticamente le popolazioni volevano assoggettare la natura credendo in maniera erronea che il simile influenza il simile (lo sciamano che si veste come un lupo ritiene di esercitare forze favorevoli alla caccia del lupo) e che le cose in contatto si influenzano reciprocamente (toccare una pietra ritenuta magica esercita effetti positivi). Quando le popolazioni si accorsero della inutilità di queste leggi, cercarono di farsi amici gli spiriti (dei) e nacque la religione. Quando infine si convinsero dell’inesistenza degli dei e per di più della efficacia del principio di causa-effetto, nacque la scienza.
Hubert e Mauss (Teoria generale della magia) ritengono che magia, religione e scienza abbiano punti in comune:
- Magia e scienza hanno come contesto fondamentale la natura, che viene indagata però con metodi differenti;
- Magia e religione attengono alla sfera del sacro, quel mondo spirituale, sovrasensibile, rappresentato da forze magiche e creature non umane.
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Autore: Modrax
Messo on line in data: Marzo 2019