ARMI MAGICHE: LA SPADA di Slowrider
Il fascino della spada nell’Alto Medioevo
Se nel corso di una lettura o di una conversazione ci capiterà di incontrare la parola “Medioevo”, inevitabilmente la assoceremo ad immagini di castelli merlati e di cavalieri in armatura. Questa armatura, naturalmente, sarà di acciaio luccicante, l’elmo abbellito da pennacchi colorati e vi sarà anche una sopravveste recante lo stemma del casato.
In realtà il Medioevo è stato un periodo lunghissimo, di ben mille anni, ed i Cavalieri ebbero quell’aspetto soltanto nel suo ultimo secolo, tra la metà del Trecento e la metà del Quattrocento. In tutti i secoli precedenti quei gentiluomini protessero le loro preziose persone con una grande varietà di materiali: dalla classica cotta in maglia di ferro alle corazze lamellari di bronzo, ferro, cuoio ed osso; oppure, in mancanza di meglio, con spessi indumenti di stoffa trapuntata, chiamati “aketon”.
Non è nostra intenzione ripercorrere qui la storia dettagliata dell’armatura medievale: vogliamo solo chiarire che il cavaliere al quale ci riferiamo non aveva proprio nulla di scintillante, anzi, ai nostri occhi sembrerebbe decisamente male in arnese.
Eppure, in quei secoli bui che separarono il tramonto di Roma dall’anno Mille, agli occhi dei suoi contemporanei quell’uomo appariva speciale, circondato da un’aura mistica e magica: era colui che portava la Spada.
Strano oggetto, la spada, o almeno tale doveva sembrare ad un “uomo qualunque” di quei tempi: una lunga e sottile lingua d’acciaio, tanto fragile all’apparenza quanto micidiale nelle mani giuste.
Con la spada non bastava menare colpi, come chiunque avrebbe potuto fare con una mazza o una scure: c’era il rischio di vederla spezzarsi senza possibilità di rimedio. Mani giuste per maneggiarla, così come erano state necessarie mani giuste per forgiarla. Non un qualsiasi fabbro, ma solo il depositario di un’arte antica e quasi perduta conosceva la tecnica ed i segreti per creare quella lama.
Ecco quindi che coloro che erano esclusi da tutto questo vedevano il Cavaliere armato di spada a tutti gli effetti come un Iniziato, come colui che aveva il privilegio di aver accesso a qualcosa che ai più era negato. Forse chi osservava con reverente rispetto il Cavaliere non conosceva neppure il mito di Excalibur, la magica spada forgiata dal dio Gofannon nelle viscere della terra; non sapeva neppure che la spada veniva usata nel rituale dell’incoronazione di Re ed Imperatori. E neppure avrà associato la sua forma con quella della croce cristiana, cosa che invece tanto significava per i membri degli Ordini Cavallereschi.
Il nostro uomo qualunque non aveva bisogno di conoscere tutto questo: l’oggetto stesso, da solo, emanava un’energia propria, come se dicesse: “Io sono speciale e speciale è chi mi possiede”.
Il tempo poi passò e scorse via; i secoli bui divennero un po’ meno bui.
Il privilegio di portare la spada si allargò a più uomini d’arme, perché sempre di più furono gli artefici in grado di fabbricarla.
Il fascino della spada, però, sopravvisse ed ancora oggi noi associamo questo oggetto a chi ha una missione da compiere, un’idea da difendere.
Autore: Slowrider
Messo on line in data: Luglio 2000