ERBE MAGICHE: LA FELCE di Katia
Cammino lentamente lungo il sentiero delle erbe; alcune piante hanno attirato la mia attenzione, altre un po’ meno, ma il fascino della natura è sconfinato, com’è immenso il suo meraviglioso dono. Immaginate di camminare in un luminoso boschetto di larici, dove le fronde lasciano filtrare i raggi del sole; passo dopo passo, lentamente s’innalza il profumo del sottobosco.
L’autunno bussa alle porte e le imponenti piante dorate si muovono maestose al soffio del vento, lasciando cadere ai loro piedi piccole foglioline danzanti, che si posano sul terreno e su foglie sfumate color ambra, a rigogliosi ciuffi: è la Felce, che segnala la sua presenza, sinuosa e soave, e via via, con il passar del tempo, lascia solo il ricordo della sua presenza; ma al ritorno della primavera riprenderà a germogliare, srotolando lentamente le sue foglie arricciate, fino a raggiungere la sua massima bellezza alle soglie dell’estate, quando l’eco del picchio laborioso risuona tra gli alberi e le rocce, alla ricerca di cibo per i suoi piccoli affamati.
La rugiada si posa sui rizomi verdi della felce, i raggi illuminano le gocce che sembrano danzare alla brezza già frizzante del mattino montano. Tutto si trasforma in magia, nel silenzio del bosco. La sensazione di vedere piccoli esseri fatati è forte, il balletto della rugiada sembra un volo di fate. Forse per questo la felce è dedicata a Pan; gli eleganti rizomi della pianta sono ancora oggi protagonisti di molti rituali propiziatori, durante i quali vengono deposti sull’altare del dio silvestre, perché sacri a questa divinità.
Si narra che questa pianta abbia la capacità di generare il “fiore magico di San Giovanni“, una corolla candida e luminosa, che nascerebbe la notte tra il 23 e il 24 giugno, con il potere di rendere invisibile chi lo possiede e di donare poteri occulti e grandi conoscenze, oltre ad una forte protezione contro il male.
Per procurarsi questo fiore (immaginario?!) occorre camminare nel bosco, nel giorno del Solstizio, osservando attentamente dove si trovano i rizomi della felce maschio; una volta trovati, bisogna sedersi presso la pianta, tracciare con un coltello, attorno a sé ed al ciuffo verde, un cerchio, dopo di che mettersi con doveroso silenzio nell’attesa, senza farsi distrarre da eventuali rumori o voci: potrebbe essere il diavolo che si avvicina per distrarci, per cui non ascoltate e non voltate il capo. Il cerchio simbolico è una protezione dalle forze sinistre: restate tranquillamente a fissare la pianta ed aspettate la mezzanotte. Ma attenti! Il fiore sboccia all’improvviso e il suo massimo splendore dura un batter d’occhio.
Dato che siete fermi ad aspettare, sappiate che se metterete sotto alla pianta un fazzoletto bianco di seta o di lino, la felce lascerà cadere i suoi semi preziosi, che vi porteranno fortuna per tutta la vita. Per i curiosi e gli amanti dell’avventura questa potrebbe essere una simpatica esperienza. Vera o non vera? Forse una favola si può tramutare in realtà…
La felce è una pianta perenne, dalle bellissime fronde che possono superare anche il metro; ama i terreni freschi e umidi, infatti i rigogliosi ciuffi si trovano spesso vicino a piccoli rigagnoli. La sua presenza affascina; sembra che tra quelle lunghe foglie si celi un mondo segreto e magico: quante volte mi sono avvicinata a lei e, alzata la fluente chioma, ho sperato di trovare chissà che di fatato? No, non ho trovato nessun esserino fatato, ma la sua presenza mi ha lasciato un velo di pace nel cuore.
Stimata per le sue proprietà, la felce durante il Medioevo rientrava nelle terapie dettate dai semplici. Altamente tossica, la Felce è controindicata ai bambini, alle gestanti ed ai cardiopatici; va tenuta lontana anche dagli animali domestici.
Curarsi con la Felce
Questa pianta viene utilizzata nella terapia popolare per problemi intestinali; le sue proprietà antiparassitarie sono ottime e la felce maschio viene utilizzata come tenifugo (favorisce il distacco della tenia dalle pareti dell’intestino).
Ecco un’antica ricetta contro questo ospite indesiderato: prendere 15g di rizoma essiccato, polverizzare il tutto in un mortaio, metterlo in un bicchiere d’acqua e bere a digiuno al mattino; dopo quattro giorni di questa terapia, prendere un lassativo.
Contro la gotta, un decotto di felce maschio, fatto con tre rizomi in tre litri d’acqua, sembra lenisca i dolori causati dall’eccesso di acidi urici.
La tintura di felce contro i dolori dei reumatismi e dell’artrite si fa mettendo 20 grammi di rizoma in 100 ml. d’alcool a 60°, lasciare macerare il tutto per circa cinque giorni, poi filtrare; una volta pronto, si friziona sulle parti interessate.
La raccolta del rizoma della felce maschio si fa in settembre – ottobre; si pulisce dalla terra e dalle piccole radici, possibilmente sul posto, poi si taglia in pezzi lunghi; le fronde si raccolgono da agosto a ottobre, quando sono ben estese. Negli antichi scritti di magia bianca si legge che la felce aveva il potere di donare sogni profetici, se le ceneri del rizoma venivano deposte vicino all’orecchio durante il sonno; inoltre questa polvere cenerina donava la fertilità alle donne desiderose di un figlio. Sembra che questa pianta abbia una notevole influenza nella magia per cambiare il tempo, e che possa provocare la pioggia. Sarà vero?
Autore: Katia
Messo on line in data: Aprile 2004