GEOMETRIA OCCULTA: LA CICOGNA DELLA PACE di Gaetano Barbella

La Cicogna della Pace di Forte Acquasanta Romana

L’illustrazione in cui si vede una colomba che cerca di sollevare una pietra cui è saldamente legata, fa parte di Li tre libri dell’arte del vasaio, opera di un alchimista del 1500, Cipriano Piccolpasso. Egli è stato anche architetto, storico, ceramista, e pittore di maioliche italiano.
Il suddetto disegno rappresenta il simbolo dell’unità della materia, la cui difficoltà del processo alchemico per ottenerla, trapela dal filatterio in cui vi è iscritta la parola IMPORTUNUM. 

 La colomba, segno di sublimazione alchemica, rappresenta l’azione dello spirito sulla materia, un ruolo importante della seconda opera del Magistero Alchemico. Tuttavia il solido legame che la unisce alla pietra, lascia intendere che questa, nel trattenerla, incide nel processo con la sua azione specifica, la forza di gravità, propria della materia. È ben chiaro così che venendo meno questa forza, il prodotto della sublimazione s’invola, vanificando così il lavoro dell’alchimista, e questo non ha senso che avvenga. Ecco lo scopo del legame che unisce i due.
La croce in alto indica l’atanor, ossia il crogiuolo (sinonimo di croce appunto), strumento dell’Arte del Fuoco, ovvero la Via Secca.

Da Fulcanelli emerge che la colomba di Piccolpasso non è altro che « l’aquila favolosa di Hermes dal piumaggio colorato con tutti i colori dell’Opera, tra i quali predomina il rosso.». Che poi è nota come l’araba Fenice.

Si è capito che con la colomba ermetica del vasaio di C. Piccolpasso ho cercato di far intravedere la cicogna della pace di Forte Acquasanta romana, dell’illustr. 1. Però non si capisce quale sia il masso che la trattiene alla terra e quale sia la sua virtù, ossia l’oro alchemico che vi corrisponde. 

Questa cicogna è un volatile in estinzione sulla Terra, e per cautela, quelli di Greenpeace, che punta alla più grande area protetta sulla Terra, hanno legato ad una delle sue zampe un cartellino munito di segnalatore elettronico per seguirne la rotta e controllarlo. E si è capito che è un’ideale Greenpeace a fare tanto ma a noi ora interessa sapere su quel masso e ci è sorta l’idea che la spiegazione è in questo cartellino che corrisponde, sulla carta mappale, al vecchio Forte Aquasanta lungo la Via Appia Antica. In tema di un lavoro alchemico come quello del suddetto vasaio di C. Piccolpasso, contano molto certi fatti il cui teatro scenico è Forte Aquasanta il 24 agosto 1917. A quel tempo era la Polveriera dell’Acquasanta (illustr. 3) che per tragica fatalità, nell’allora Reparto di Artiglieria Aerea, perirono circa 240 militari del Regio Esercito.

Uno scoppio che per tragica fatalità, nell’allora Reparto di Artiglieria Aerea, perirono più di 240 militari del Regio Esercito.
Erano scoccate le 20 e trenta, quando a Roma una micidiale esplosione riecheggiò violentemente in tutta la capitale. L’immane fragore fu così intenso da essere udito fino in centro, al palazzo della Regia Questura. Il primo pensiero del questore dunque, per la portata dell’onda d’urto, corse subito sul filo dell’angoscia, alla possibile esplosione della polveriera di Centocelle.

Solo più tardi si scoprirà che quell’immensa sciagura riguardava invece la Caserma dell’Appia Nuova…

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Autore: Gaetano Barbella
Messo on line in data: Giugno 2018