IL MARTINISMO di Emanuela Cella Ferrari
Speciale Società Segrete e Iniziatiche: il Martinismo
Il martinismo rappresenta una delle correnti iniziatiche occidentali organizzata in ordini ed è riuscita a conservare e a trasmettere, pur tra molte difficoltà, la maggior parte del deposito iniziatico tradizionale. Anche se ha raccolto diverse tradizioni, prima fra tutte quella Cristiano-cabbalistica, la sua dottrina fondamentale è rimasta integra. Al suo interno sono confluite, nel tempo, numerose tradizioni che vanno dall’Ermetismo neo platonico alla Gnosi, all’alchimia, alla metafisica ed al pitagorismo.
Queste tradizioni sono sempre state tramandate da gruppi ristretti che avendo ricevuto il deposito della tradizione ermetico-cabbalistica, l’hanno trasmessa da maestro ad allievo fino ai giorni nostri.
Secondo la dottrina martinista, espressa in Ecce Homo di Louis Claude de Saint-Martin, l’uomo è un Pensiero Divino e
“se fossimo rimasti fedeli alla nostra santa destinazione avremmo dovuto manifestare tutti, ciascuno secondo il proprio dono, la Gloria del Principio Eterno”.
Ma così non è stato; l’individuo scopre la triste caduta dell’Adamo primordiale, e così la sua Reintegrazione diventa per lui il fine al quale deve tendere ogni vero uomo. Essa diventa la sola via possibile da percorrere per potersi ricongiungere al Principio Supremo. Purtroppo, però, l’uomo difficilmente compie tale sentiero illuminato. Essendo un essere superficiale, preferisce non pensare a migliorare se stesso, come dovrebbe fare il vero saggio, ma continua a crogiolarsi nell’illusione di apparire migliore di ciò che, in realtà, egli è, e ciò lo spinge sempre più alla rovina ed alla distruzione.
La fonte della Luce, per colui che vuole ritrovarla, risiede nel Centro interiore ed invisibile del cuore dell’uomo. Infatti, secondo Saint-Martin, “solo nelle interiorità risiede la Parola Vivente e Creatrice”; per questo l’uomo si ritrova ad essere “eternamente immerso negli abissi della confusione”. Tali abissi non fanno altro che generare degli stati di opposizione. L’uomo fatica, allora, a conservare in sé una scintilla di luce e cerca disperatamente di far fruttare in se stesso i doni che gli sono stati dati, ma tale impresa si rivela, spesso, difficile perché l’uomo viene attratto dall’esteriorità: ciò che è materiale gli fa spesso dimenticare la vita interiore e quanto essa sia importante. Accade, allora, che i nostri simili, lontani anch’essi dalla vita interiore, ci trascinino sempre più lontano dalla vita spirituale. L’uomo vive, quindi, perennemente combattuto tra interiore ed esteriore.
Secondo Saint-Martin la Mente Divina ha creato per l’uomo un corpo perfetto. Ma il peccato produce la confusione e lo scompenso nel quale l’essere umano si agita. La Parola di Dio ristabilisce l’equilibrio, ma per fare tutto questo, deve separare l’interiore dall’esteriore. Per poter giungere, allora, alla sua Reintegrazione l’individuo deve volgere la propria attenzione allo studio delle Sacre Scritture. Questo si rivela come uno dei mezzi per poter tornare alla purezza originale. Quando poi l’uomo, in seguito alla meditazione, avrà ritrovato Dio in se stesso, tutto ciò che di positivo possiede risulterà rivitalizzato, e l’essere umano sarà così libero dalle influenze negative. Solo lo studio, la meditazione e comprendere il valore assoluto ed unico di Dio, possono preludere alla rigenerazione dell’uomo; e soltanto Dio può promuoverla entrando nel suo cuore e conferendogli, così, la Grazia. Si tratta, quindi, di modificare la propria vita, dando ad essa una vera e propria impronta spirituale.
Sempre riguardo alla Rigenerazione umana, Saint-Martin illustra il concetto interiore del tempo in relazione al Giudizio finale. Secondo il Filosofo Incognito la manifestazione del Regno Divino sulla terra è condizionata alla rinascita interiore dell’uomo. Egli parla del concetto del “regno dei mille anni” e afferma che, nel momento in cui l’anima si distacca dal corpo, si costituisce un regno dei mille anni personale. Questo periodo coinciderà con il personale giudizio dell’anima ed influirà sulla sua collocazione nel futuro Giudizio Universale. Quindi ciò che conta principalmente, è l’individuo con il destino che egli stesso si forma; esso dipende dalla sua accettazione o meno della lotta tra il Bene ed il Male.
Attraverso l’uomo passa il destino della natura; l’umiltà e l’amore fraterno sono indispensabili ed occorre che l’uomo raggiunga le regioni spirituali; per poter fare ciò egli deve orientarsi verso un vero e proprio viaggio interiore. Il cammino gli sarà reso difficile dalla vita stessa, ma egli non deve, comunque, demordere dal suo proposito. Deve, in ogni caso, andare incontro al Giudizio consapevole della propria realtà umana, facendo fruttare, a livello spirituale, gli sforzi per migliorare sé stesso. La verità e la saggezza interiore esistono come qualità umane, sono presenti nel cuore dell’uomo, nonostante la Caduta.
Colui che Saint-Martin chiama il Riparatore, Cristo, ha illuminato la strada all’uomo perché possa attuare questa sua rigenerazione, nonostante egli sia prigioniero delle proprie difficoltà interiori. Il Filosofo Incognito parla all’essere umano della speranza di poter diventare un essere libero. Egli presenta una triplice immagine: l’uomo di desiderio, l’uomo nuovo e l’uomo spirituale.
L’uomo di desiderio è colui che, pur soffrendo, comincia a sperare e a voler migliorare sé stesso. E’ colui che si pone in cammino e che riuscirà, quindi, a trasformare sé stesso nell’Uomo Nuovo. Diventerà, quindi, un neofita colui che percorrerà la via iniziatica. A questo punto interverranno in aiuto i suoi “fratelli spirituali”che lo sosterranno e lo istruiranno. L’essere umano diventa, allora, l’Uomo Spirituale e potrà, quindi, intraprendere la via della liberazione interiore. Potrà seguire le orme e l’esempio di vita di Cristo, risalire un giorno verso le regioni della luce, e di lui si potrà dire ciò che si è detto alle origini dell’umanità:
”Ecco l’uomo, ecco l’immagine e la somiglianza del nostro Dio, ecco il segno, e la testimonianza del principio eterno degli esseri, ecco la manifestazione vivente dell’assioma universale!”
Autore: Emanuela Cella Ferrari
Messo on line in data: Marzo 2006