RACCONTO: LUCE E DEMONI di Astfelia
Sono una bambina di sei anni, mi chiamo Elisa.
E’ notte e sto dormendo nel mio letto. Il mio gattino dorme acciambellato accanto a me. Sto bene perché dentro di me c’è una luce che mi protegge dalla paura delle tenebre: la luce della mia innocenza e della mia gioia di vivere.
Ma le tenebre nascondono sempre delle insidie contro la luce e aprono le loro porte ai demoni, proprio dove la luce si cela nelle creature innocenti.
I demoni Dolore, Paura, Angoscia, Solitudine penetrano nella mia stanza, si avvicinano lentamente al mio letto, ma io continuo a dormire tranquilla, senza accorgermi di nulla. Non mi sveglio nemmeno quando il mio gattino salta giù dal letto per nascondercisi sotto, miagolando di paura, perché lui i demoni li sente e li vede.
Io no. Io dormo mentre loro entrano dentro di me e non mi accorgo che la mia luce viene spenta, non so che dentro di me è stato commesso un delitto.
Mi agito tuttavia per un incubo nel quale vengo rapita da uomini neri e trascinata in un luogo buio. Grido e mi sveglio. Il mio gattino torna accanto a me e mi fa le fusa per rassicurarmi, anche se lui sa cos’è veramente successo ed il suo piccolo cuore batte ancora forte per la paura. Io, ignara di tutto e rassicurata, abbraccio la mia bestiola e mi riaddormento subito, senza poter immaginare che Dolore, Paura, Angoscia, Solitudine sono ormai entrati dentro di me e che adesso rimarranno lì, nella mia anima, nascosti e silenziosi, fino ad un certo momento, quando salteranno fuori e si impadroniranno della mia vita.
Il mio gattino sa tutto e, silenziosamente, piange per me.
Ho venticinque anni e sono così infelice… Loro si sono improvvisamente manifestati, mi hanno catturata e non ho più scampo. Ora anch’io so, come sapeva il gattino che avevo da piccola e che ora non c’è più.
Cerco invano la mia antica luce, ma non riesco a vederla e, anche di giorno, in pieno sole, vago disperata nel buio.
Di notte dormo pochissimo. A volte, nell’oscurità, li vedo: danzano e ridono intorno a me, ridono di me e di ciò che provo, di ciò che sono diventata. Allora mi spavento, scappo dalla mia stanza, esco di casa e vago per le strade, nella notte nera. Finisco sempre in qualche bar aperto anche di notte, a bere fino a non sentire più nulla e a non riuscire quasi più a vederli.
E loro, i miei demoni, sono sempre con me e continuano a ridere.
Dov’è la luce? Come faccio a trovarla? Paura domina, Dolore infuria, Angoscia imperversa, Solitudine gode…
Calda notte di fine agosto: non resisto più qui nella mia stanza con loro che ora stanno tutti fermi intorno al mio letto e mi fissano ghignando. Mi copro il viso con le mani, scoppio a piangere e sento la loro maligna risata risuonare più forte nella mia testa.
Ancora una volta devo scappar via. So già che finirò nel solito bar a scolarmi qualcosa di forte, mentre loro se la spasseranno.
Vado a bere, ma fin dal primo goccio mi viene la nausea e fuggo anche dal bar, sempre con loro alla calcagna, sempre seguita dalle loro odiose risate: la mia persecuzione.
Mi siedo sui gradini di una chiesa che, naturalmente, di notte è chiusa. Ho lo sguardo fisso a terra ed i miei occhi vengono attratti da qualcosa che luccica. E’ una medaglietta d’oro con l’immagine di Cristo: qualcuno deve averla persa. La prendo, la stringo fra le mani: “Aiutami!” grida la mia anima tormentata, ma non sento nulla, nessuna risposta, soltanto gelo nel cuore e nelle mani che stringono la medaglietta. La lascio cadere a terra: è inutile, Dio non c’è per me o forse non c’è per nessuno.
E loro continuano a ridere sempre più forte dei miei pensieri. Impazzirò. Chiudo gli occhi per qualche istante, sentendomi esausta. Quando li riapro vedo un gatto bianco di fronte a me che mi fissa con i suoi occhi profondi. “Vieni con me.” mi dice.
Ho imparato a capire e parlare il linguaggio felino fin da piccolissima, credo di averlo appreso prima ancora di quello umano.
“Dove?” gli chiedo stupita, anche perché ho visto che i demoni sono indietreggiati leggermente e hanno smesso di ridere.
“Dove potrai star meglio.” mi risponde il gatto, avviandosi. Non mi resta che seguirlo. Mi sembra di camminare per secoli e smarrisco il senso dell’orientamento. Loro mi seguono sempre, ma ad una certa distanza ed in silenzio.
Infine arriviamo in un luogo sconosciuto: ai miei occhi offuscati dal sonno sembra una radura in un bosco e scorgo un lago al centro di essa. Il gatto bianco si ferma e si unisce ad un gruppo di altri gatti disposti in cerchio. Saranno una decina e miagolano guardando in alto. Cosa fissano così intensamente? La luna piena che diffonde la sua luce discreta nella radura? Non solo: ci sono delle piccole sfere di luce che roteano nell’aria. Cosa diavolo…? Non capisco nulla, eppure mi sento stranamente calma. Mi guardo alle spalle: loro si sono fermati ad una certa distanza da me, figure nere che non emettono più alcun suono, ma emanano… non so…preoccupazione, forse.
All’improvviso le sfere di luce scendono e si inabissano tutte insieme nell’acqua del lago che ora risplende di bagliori dorati. I gatti ed io osserviamo rapiti il meraviglioso spettacolo, poi le bestiole rivolgono i loro occhi onniscienti verso di me ed in coro mi esortano: “Segui la luce nel lago e ti libererai di loro. Vai, vai ora!”
Non so nuotare, so che affogherò se mi immergo, ma l’acqua del lago sempre più sfolgorante di luce mi attrae irresistibilmente.
Sento le voci di Dolore e Solitudine: “No, non lo fare! Torna indietro, Elisa!”
Paura e Angoscia restano mute.
I gatti miagolano disperatamente: “Vai! Vai, o ti riprenderanno!”.
No, non devono riprendermi! Mi tuffo nel lago e affondo nell’acqua, ma non sento altro che benessere: la luce mi accoglie, mi avvolge, teneramente mi abbraccia, mi riscalda ed io finalmente la riconosco, è la luce che avevo dentro di me quando ero bambina, prima che arrivassero i demoni.
Sono libera, sono salva.
Il miagolio dei gatti ora è un miagolio di gioia.
Autore: Astfelia
Messo on line in data: Novembre 2004