RACCONTO: IL RADUNO DI MEZZANOTTE di Giovanni Soriano

Qualche mese fa, in una sera piovosa d’ottobre udii per la prima volta le voci sommesse che sussurravano negli angoli.
Erano bisbigli quasi impercettibili. Non vi feci molto caso: la mia vita è sempre stata piena di messaggi profetici provenienti da regioni inconoscibili
Nei giorni successivi, quasi ogni sera, gli strani bisbigli si fecero sentire, spesso in modo confuso ed incomprensibile ed io restai comunque indifferente. Almeno fino ad oggi, dato che poco fa ho percepito finalmente un messaggio coerente. La voce parlava d’una tregua nella guerra contro le potenze infernali. Una tregua comunque assai breve: appena lo spazio di tempo fra la mezzanotte e l’alba di domani. Poi la guerra riprenderà più feroce ed ineluttabile che mai; da quanto sono riuscito a capire, questa lotta il male la sta vincendo alla grande. L’umanità è troppo fragile e cinica per organizzare una difesa consapevole ed efficace contro il male. La maggioranza del genere umano si culla ancora nell’infantile illusione che nulla esista oltre i confini del suo limitato ed ingenuo raziocinio.
La verità è terribilmente più complessa ed inquietante, ma gli uomini preferiscono essere ciechi e sordi pur di non affrontare l’ ignoto che si agita e rumoreggia dietro le apparenze rassicuranti del vivere quotidiano. Io stesso, pur meno scettico di altri, ho quasi sempre preferito distogliere lo sguardo quando un qualche elemento irrazionale appariva di sfuggita nella mia vita. Ma adesso le cose sono cambiate, il mio destino è giunto ad un tal limite di esasperazione e disgusto per tutto ciò che mi circonda, da indurmi nonostante tutto a stare in ascolto, e pare che il mio mutato atteggiamento abbia provocato un certo interesse nella regione ignota dalla quale provengono i segnali.

All’alba.
Qualcosa d’assai inquietante è accaduto stanotte. Mi sono svegliato di colpo come se una scossa elettrica m’avesse colpito durante il sonno. Sono rimasto per qualche istante immobile, con gli occhi sbarrati e la sensazione raggelante che qualcuno o qualcosa fosse presente accanto al mio letto. Un raggio diafano di luce lunare penetrava attraverso le persiane fino al centro della stanza. Per scuotermi da quella sensazione penosa mi sono levato di scatto ed ho aperto la finestra. La pioggia che per tutto il giorno aveva ridotto la città ad un tetro labirinto desolato era finalmente cessata e nel cielo insolitamente limpido campeggiava una tonda luna piena. Giù nella strada, il silenzio irreale era rotto soltanto dallo stormire degli alberi: s’era levato un vento freddo da settentrione che ora ripuliva la città da tutta la disperazione che da giorni vi ristagnava.
Dal fondo della strada, nella luce irreale della luna piena, ho visto avanzare una processione di spettri. Avanzavano lenti e claudicanti, nel più totale silenzio. Li ho riconosciuti quasi subito: erano tutti parenti ed amici che negli ultimi decenni avevano varcato la soglia del nulla per poi smarrirsi in un’indefinita terra di mezzo a metà strada fra il mondo degli umani ed il regno della morte.
Proprio sotto il mio balcone hanno arrestato la loro marcia silenziosa e son rimasti immobili e tetri a fissarmi con le loro occhiaie vuote.
Io li ho scrutati per un po’, perplesso ed infastidito. Ma che volete da me? Che siete tornati a fare?… Ovviamente loro non hanno risposto, ma hanno invece continuato a fissarmi ed ho avuto la netta impressione che i loro sguardi fossero pieni di rancore. Quale il motivo del loro astio? Forse perché li ho dimenticati, ho trascurato d’onorare la loro memoria?
Diciamoci la verità una volta per tutte: da onorare c’era assai poco. Finché sono vissuti m’hanno tenuto imbrigliato nelle loro beghe meschine con ogni sorta di ricatto affettivo. Francamente, la loro dipartita è stata per me una liberazione. Eppure, anche se la mia mente razionale formulava questa condanna, una qualche voce segreta dentro di me parlava con un linguaggio del tutto diverso. In realtà, nonostante tutto mi mancavano. Erano stati gli unici affetti della mia vita: affetti disastrosi ma, dopotutto, i soli che avessi avuto. Certo, adesso ero finalmente libero da ogni legame, ma libero di fare cosa?…Soltanto di perdermi nel deserto. Un triste bilancio, una dichiarazione di sconfitta nei confronti della mia vita ormai condannata ad un lento declino senza più illusioni.
Poi, al mio orecchio sinistro, una voce ignota ha parlato nuovamente:
“Tu cammini già con loro, a meno che non ritrovi…”
La voce si è interrotta di colpo, privandomi della rivelazione finale.
E cosa mai dovrei ritrovare? Forse un Santo Graal o una pietra filosofale che mi tolga dalle spalle il peso degli anni e delle sconfitte?!… Per favore, cerchiamo d’essere pratici! A cinquant’anni non si può più cambiare il proprio destino; l’esperienza mi ha insegnato che non è possibile neanche a venti o a trenta. In pratica, ognuno è in balia di forze e situazioni che quasi mai riesce a modificare.
E allora perché questa sceneggiata? A che scopo questo macabro raduno? Forse per pungolarmi a ritentare la sorte o per indurmi all’accettazione del mio stato?

A questo punto sono stato preso dalla paura: una paura viscerare ed incontrollabile della vita con tutte le sue inutili trappole ed i suoi segreti strumenti di tortura; una paura devastante che tutto questo cammino di sofferenza sia in realtà un vicolo cieco senza redenzione. In una parola: l’orrore di un universo immerso nel caos; un universo senza Dio.
Forse per questo gli spettri sono venuti da me: per donarmi un’ ultima, effimera solidarietà con cui difendermi dall’oscurità incalzante. Per farmi sentire meno solo in mezzo alle rovine d’una vita condannata all’oblio. Loro sono stati dimenticati ed io pure presto li seguirò in regioni inesplorate. Sarò cancellato dalla memoria del mondo e, per rendermi meno aspra quest’ultima condanna, essi sono venuti a ricordarmi che, in fondo all’abisso, non sarò del tutto perduto ed abbandonato. Me ne andrò con loro, l’ultimo di quella funerea compagnia.
Sabato 30 ottobre 2004.

 

Autore: Giovanni Soriano
Messo on line in data: Gennaio 2005