QUEL CHE BISOGNA CONOSCERE DELL’OCCULTISMO di Gabriel Trarieux

Quel che bisogna conoscere dell’occultismo di GABRIEL TRARIEUX
Edizioni Stamperia del Valentino, Napoli, 2023, Collana “I Polifemi”, 200 pagine, Euro 23,00
www.stamperiadelvalentino.it

“Che cos’è l’occultismo?”, è la domanda posta nella Prefazione di Quel che bisogna conoscere dell’OccultismoNei suoi rapporti con la Filosofia, la Scienza e le Arti, un testo dimenticato dell’autore francese Gabriel Trarieux (Bordeaux 1870 – Parigi 1940), che lo scrisse nei primi anni Trenta del Novecento. 

Scoperto da Paolo Izzo e, dallo stesso, tradotto per la pubblicazione nella collana I Polifemi di Stamperia del Valentino, rivede oggi la luce in edizione italiana.

Il lettore disinformato”, continua Trarieux “intende, con ciò, o spiritismo (che è esattamente l’opposto) o prestidigitazione, o un divertente enigma, o l’incomprensibile accozzaglia di autori pretenziosi e oscuri. Ci sono perle in questo guazzabuglio, c’è verità eterna…”. 

Se il termine non fosse stato ripreso da una speciale scuola iniziatica, sotto il nome di Teosofia, “direi volentieri che l’Occultismo è essenzialmente la Sapienza divina, la conoscenza del Divino nel Mondo, e nell’Uomo, che ne è l’epitome”. Questo è l’oggetto delle Religioni, ma anche quello delle Filosofie, “sia che neghino il Divino sia che lo affermino”. Religioni, filosofie, occultismo hanno lo stesso oggetto, ma il loro postulato non è lo stesso e i loro metodi sono molto diversi.

I rapporti dell’Occultismo con Filosofia, Scienza e Arte vengono in questo testo analizzati sotto la luce degli sconvolgimenti scientifici – come ad esempio la teoria della Relatività, da Lorentz a Einstein – che avevano in quel principio di secolo sconvolto parametri e prospettive rispetto alle pur immense conquiste ottocentesche, soprattutto nel campo della meccanica industriale.  

Questo è lo spunto per paventare, da parte di Trarieux, la comparsa di fantasmi sotto le terrificanti vesti del transumanesimo e del postumanesimo, con tutte le sue tragiche prospettive per l’umanità, almeno per come oggi la intendiamo.
Ed è proprio la chiave di lettura di questo volumetto, al di là di riferimenti culturali inequivocabilmente transalpini, che a molti di noi, non specialisti di arte e letteratura francesi, diranno inevitabilmente poco. Ma anche un simile approccio potrebbe essere un’opportunità per ampliare ulteriormente i nostri orizzonti (Scheda dell’editore).



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