LA CATTEDRALE DEL DIAVOLO di Luigi Barnaba Frigoli
La Cattedrale del Diavolo di LUIGI BARNABA FRIGOLI
Edizioni Meravigli, 2017, Milano, 144 pagine, illustrazioni a due colori, Euro 15,00
www.meravigliedizioni.it
Il Duomo di Milano e la sua fondazione
tra storia e leggenda.
Ogni chiesa medievale che si rispetti ha avuto a che fare
con il Diavolo, poiché «Satana è figlio del terrore
e il Medioevo è l’età del terrore», e il Duomo di Milano
non fa eccezione: una leggenda infernale aleggia infatti
anche sulle origini del Tempio ambrosiano.
Quella che vuole che Lucifero in persona ne abbia
ordinato la fondazione, nel 1386, comparendo in sogno
a Gian Galeazzo Visconti. Una fabula tuttora diffusa,
ma della quale si fatica a trovare riscontro nelle fonti…
«El principio del Duomo fu nell’anno 1386» sta scritto sulla lapide seicentesca esposta oggi all’interno della cattedrale di Milano. Il Duomo di Milano fu voluto da Gian Galeazzo Visconti, forse per espiare qualche tremenda colpa, forse per ringraziare il Dio che gli aveva concesso di diventare signore della città, forse per chiedere un erede maschio che gli succedesse, o forse come monumento alla propria sconfinata ambizione. O forse no… In fondo conta poco sapere esattamente perché fu fatto, in ogni caso è un meraviglioso esempio di gotico fiammeggiante, una cattedrale tra le più belle al mondo, realizzata col marmo bianco-rosato dei monti di Candoglia. Anzi, talmente bella che potrebbe essere stata opera di un artista soprannaturale: il Diavolo.
Dice un antico proverbio: il Diavolo è il miglior costruttore.
Quando un’opera di architettura lascia a bocca aperta per la sua straordinaria bellezza, la sua imponenza, la sua arditezza, ci deve essere per forza lo zampino del Maligno in persona, che ha investito tutta la sua abilità per realizzarla.
Ma perché questo dono fatto agli uomini?
Nel caso dei “ponti del diavolo”, con campate che sembrano reggersi da secoli per miracolo, il Diavolo potrebbe aver voluto fare sfoggio di bravura: a tutti piace mostrare il proprio talento e il Diavolo non fa eccezione. In altri casi (sontuosi palazzi, cattedrali e monasteri) si sa per certo che è stata chiesta qualche anima: un piccolo prezzo da pagare in cambio di tanta magnificenza.
Ma che cosa avrebbe detto il Diavolo per convincere Gian Galeazzo?
Ovviamente lo minacciò di portare via con sé la sua anima dopo morto, se non avesse esaudito il suo desiderio. Ma quale era questo credente desiderio?
Basta guardare il Duomo: una quantità di statue e doccioni raffiguranti demoni. Infatti il Diavolo applicava la regola che “la pubblicità è l’anima del commercio”. Sbagliando, perché mettere raffigurazioni diaboliche fuori da una cattedrale simboleggia la sconfitta del Diavolo, espulso dalla chiesa. Forse per questo è sempre viva la sua maledizione: che i lavori non sarebbero mai stati finiti. Infatti a Milano, per dire che un’opera non si conclude mai, tra problemi di manutenzione e lungaggini burocratiche, si dice che è “come la fabbrica del duomo”…
Un saggio affascinante e documentatissimo, ricco di immagini, che ripercorre la storia di quello che è diventato il simbolo stesso della capitale lombarda. Piacerà ai Milanesi, autentici o di adozione, perché è una fetta della loro storia millenaria, agli storici dell’arte, agli studiosi del Medioevo e del Rinascimento e agli appassionati di folklore, che ci troveranno leggende curiose che hanno molte somiglianze con analoghi racconti sul Diavolo e sulla nascita di altre cattedrali europee (Recensione di Andrea Belloni).
Luigi Barnaba Frigoli, giornalista, è nato a Milano
nel 1978. Laureato in Lettere Moderne, con tesi in Storia
economica e sociale del Medioevo, è autore di un saggio
sulla figura di Bernabò Visconti nelle novelle e
nelle leggende tra Trecento e Cinquecento
(Archivio Storico Lombardo).
Autore dei romanzi storici
La Vipera e il Diavolo e Maledetta serpe,
alla dinastia viscontea e al Medioevo lombardo
ha dedicato – e dedica tuttora – studi e conferenze.