ROSWELL. IL GIORNO DOPO di Philip J. Corso
Roswell. Il giorno dopo di PHILIP J. CORSO
Editrice Verdechiaro, 2017, 440 pagine, Euro 20,00
Edizione italiana a cura di Maurizio Baiata
www.verdechiaro.com
Philip J. Corso, colonnello dell’Intelligence militare statunitense, nel 1961 gestì in totale segretezza i materiali derivati dall’incidente UFO di Roswell. Una storia destinata a restare per sempre nell’ombra se, poco prima di morire, Corso non avesse citato in giudizio l’Esercito USA, confermando in un affidavit la veridicità delle rivelazioni contenute nel suo libro. Vi si leggeva: «Nel 1961 venni in possesso del cosiddetto “Roswell File”. L’archivio conteneva fascicoli inerenti ricerche sul campo, rapporti di autopsia e frammenti tecnologici derivati dallo schianto di un veicolo extraterrestre a Roswell, New Mexico, nel 1947. Ho personalmente letto i documenti autoptici inerenti l’autopsia di una creatura che vidi nel 1947 a Fort Riley, nel Kansas. Tali documenti indicavano che l’autopsia fu eseguita all’Ospedale Walter Reed, un istituto in quel periodo sotto la giurisdizione del citato in giudizio. Il suddetto referto autoptico faceva riferimento all’essere come a una Entità Biologica Extraterrestre».
Dall’introduzione:
“Come ufficiale di intelligence, venni a conoscenza di un segreto inquietante: alcune delle più autorevoli istituzioni di governo erano state infiltrate da agenti del KGB e certi aspetti chiave della nostra politica estera venivano pilotati dal Cremlino. Lo testimoniai per la prima volta nell’Aprile del 1962 in sede di sottocommissione senatoriale presieduta dal Senatore Everett Dirksen dell’Illinois e, un mese dopo, direttamente al Ministro della Giustizia Robert Kennedy, il quale sono certo ne informò il fratello, il Presidente John Kennedy. Per ironia della sorte, dopo il mio congedo dall’Esercito, nel 1964 ero nello staff del Senatore Strom Thurmond e condussi indagini per conto del Senatore Richard Russell, membro della Commissione Warren.
All’oscuro di tutti, al centro della mia doppia vita e sepolto nel mio passato nei servizi segreti militari, al Pentagono c’era un armadietto singolo contenente il segreto più impenetrabile e protetto dell’Esercito: l’archivio Roswell, pieno di fascicoli, reperti e rapporti informativi, che riguardavano un’operazione notturna condotta da uomini del 509° stormo bombardieri della Base Aerea dell’Esercito, a Roswell. Nella prima settimana del Luglio 1947 i militari avevano recuperato i rottami di un disco volante precipitato nelle vicinanze della città, nel deserto del New Mexico. Il fascicolo Roswell rappresentava l’eredità tangibile di ciò che avvenne nelle ore e nei primi giorni successivi all’incidente, quando scattò il cover-up governativo ufficiale.
Mentre i militari si interrogavano sulla natura, la provenienza e le intenzioni degli occupanti dell’oggetto, venne costituito un gruppo segreto guidato dal direttore dell’Intelligence, l’Ammiraglio Roscoe Hillenkoetter per studiare l’origine dei dischi volanti, raccogliere tutte informazioni sulla fenomenologia degli incontri e, nel contempo, ufficialmente negarne l’esistenza. Tale operazione è stata condotta per cinquanta anni sotto varie forme, nel più totale e assoluto riserbo.
Non mi trovavo a Roswell nel 1947, né ero al corrente di alcun dettaglio sull’incidente, il muro di gomma per ovvie ragioni coinvolgeva anche l’interno degli apparati militari. Situazione comprensibile, se si ricorda l’epica “La Guerra Dei Mondi” messa in scena al Mercury Theater da Orson Welles nel 1938, trasmessa radiofonicamente in tutta la nazione. Il Paese sprofondò nel panico totale alla notizia dell’atterraggio di invasori marziani a Grovers Mills, nel New Jersey e all’attacco da loro sferrato contro la popolazione locale. La ricostruzione dei fatti, i racconti dei testimoni oculari atterriti dalle violenze e dall’impotenza delle nostre forze armate di fronte alle creature, fu altamente realistica. Sterminavano chiunque si frapponesse alla marcia su New York delle loro macchine da guerra, raccontava al microfono Orson Welles. In quella notte di Halloween il radiodramma generò un tale terrore e i militari apparvero così incapaci nel proteggere la popolazione, che le forze dell’ordine furono sommerse dalle chiamate di emergenza. Il Paese sembrò impazzire, e scricchiolarono le impalcature del potere costituito” (Scheda dell’editore).
Il tenente colonnello Philip J. Corso, ufficiale d’Intelligence nello staff del generale Douglas MacArthur durante la Guerra di Corea, dal 1953 al 1957 fece parte dell’Ufficio di Sicurezza Nazionale del Presidente Eisenhower, al coordinamento dei sistemi di sorveglianza aerea e missilistica. Dal 1961 al 1963, Corso ricoprì incarichi di responsabilità al Pentagono nella divisione Tecnologia straniera del Dipartimento di ricerca e sviluppo, cui era affidato il controllo delle tecnologie belliche di potenze straniere. In questo periodo il generale Arthur Trudeau volle Corso come responsabile dello sviluppo industriale dei materiali recuperati dall’astronave precipitata a Roswell, da cui sarebbero derivate scoperte quali i microcircuiti integrati, il laser, le fibre ottiche, le fibre super-tenaci. In seguito al suo congedo nel 1963, Corso ha lavorato per i senatori James Eastland e Strom Thurmond come esperto in questioni di sicurezza nazionale e quindi è stato consigliere per diverse aziende nel settore economico-finanziario. Il Colonnello Philip J. Corso è morto il 16 luglio 1998, all’età di 83 anni, a Port St. Lucie, in Florida.
Maurizio Baiata, giornalista musicale e investigativo, si formava negli USA, al Progresso Italo Americano. In co-direzione con Roberto Pinotti, nel 1995 pubblicava la rivista “Notiziario UFO” del CUN e il bimestrale “Dossier Alieni”, seguiti nel 1997 dall’enciclopedia multimediale UFO Dossier X (Fabbri Editori). Curava quindi la pubblicazione di testi di Philip Corso e Michael Wolf, dirigeva la video enciclopedia Stargate (A. Curcio Editore) e vari periodici, fra cui “Area 51” e “X Times”, che lasciava nel 2009 per trasferirsi in Arizona e dirigere il prestigioso “Open minds magazine”. Rientrato in Italia, dava alle stampe il libro Gli alieni mi hanno salvato la vita (X-Publishing, 2011, Verdechiaro, 2013) e, nel 2014, I guardiani del cielo (Verdechiaro), seconda edizione di The catchers of heaven di Michael Wolf. Di recente, ha ripreso a occuparsi di musica, collaborando con Franco Battiato.