RIFLESSIONI SULLE ORIGINI DELLA MAGIA di Giovanni Pellegrino ed Ermelinda Calabria

Antiche origini angeliche?

In questo articolo ci interesseremo della difficile questione delle origini della magia, tenendo presente che tali origini sono avvolte dal mito e dalla leggenda in quanto la magia ha sempre accompagnato l’uomo nella sua lunghissima storia, in gran parte non ricostruibile in maniera adeguata dagli storici.
Per tale ragione nessuno può mettere in dubbio che le origini della magia si perdono nella notte dei tempi cosicché non è possibile individuare il momento storico preciso nel quale la magia ha avuto origine.

All’origine della magia si troverebbe la storia di Hazael, l’Angelo decaduto ancora oggi invocato dai maghi.
Egli sarebbe uno dei grandi Esseri primordiali creati da Dio per abitare i cieli. Ma seguito da qualcuno dei suoi simili egli si rivoltò contro i suoi Superiori e scese sulla terra per insegnare agli uomini primitivi ciò che non erano in grado di conoscere.
Tale storia, o quantomeno tracce di questa storia, si ritrovano anche nella mitologia greca e precisamente nel mito di Prometeo (Prometeo venne condannato da Giove perché portò agli uomini il fuoco, ovvero la conoscenza, facendoli uscire dalla loro cieca ignoranza, e per tale colpa il titano venne incatenato su una montagna).

Anche nella Bibbia si ritrovano tracce di questa antica storia tanto è vero che nella Genesi, il primo libro del Pentateuco, sta scritto:

Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro delle figlie i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle cosicché ne presero in moglie quante ne vollero“.

Secondo la Bibbia gli Angeli ribelli, diventati poi demoni, si ribellarono a Dio per accoppiarsi sessualmente con le figlie degli uomini. Secondo la Cabala Hazael e gli altri angeli decaduti assunsero forma umana per unirsi sessualmente con le donne, ma non riuscirono più a liberarsi del rivestimento materiale per ritornare in cielo. Rimasero così esiliati per sempre sulla Terra, invisibili ma sempre potenti. Da loro proverrebbero tutte le conoscenze e i poteri magici che essi trasmisero alle donne con le quali si accoppiarono.
Tali angeli decaduti costituirebbero la gerarchia demoniaca con la quale trattano tutti coloro che praticano la magia.

L’antica conoscenza magica trasmessa da questi Guardiani (tali esseri primordiali erano così chiamati in quanto avevano ricevuto da Dio il compito di vigilare sul comportamento degli esseri umani senza interferire sulla storia degli uomini, dovendo limitarsi a riferire ai loro maestri quale era il comportamento degli uomini) con il trascorrere dei secoli andò in gran parte persa tanto che i maghi moderni possiedono solamente una piccolissima parte dei segreti dell’antica magia.
Dobbiamo dire che anche in altri antichissimi testi viene riportato un racconto molto simile a quelli presenti nella Bibbia e nella Cabala e pertanto potremmo dire che tali racconti fanno parte della memoria storica dell’ umanità. Di conseguenza questo fatto fa ritenere che in tali narrazioni deve esistere un fondo di verità cosicché in esse leggende e fatti reali si confondono.
A titolo di esempio prenderemo in considerazione il libro di Enoch e il libro dei Giubilei, due testi apocrifi del vecchio testamento.

Il Libro di Enoch afferma che alcuni rappresentanti di Dio ricevettero il compito di vigilare sul comportamento degli uomini: essi presero il nome di Veglianti. I Veglianti ebbero l’incarico di vigilare sul corretto funzionamento del mondo, ma 200 di essi tradirono la loro missione e si unirono sessualmente alle donne della Terra e rivelarono molti segreti alle loro amanti, le quali li fecero conoscere agli uomini.
Il capo dei Veglianti insegnò alle donne molti segreti riguardanti le arti magiche, gli incantesimi e astrologia. Dio si infuriò moltissimo per il tradimento commesso dai Veglianti.
Come si vede, anche il Libro di Enoch attribuisce l’origine della magia all’illecito comportamento degli Angeli ribelli che tradirono Dio. A sua volta il libro dei Giubilei racconta che alcuni Veglianti tradirono la loro missione a causa della forte attrazione sessuale che provavano nei confronti delle donne della terra.
Tali Angeli ribelli insegnarono molte cose agli uomini ivi comprese le arti magiche e l’astrologia per tale ragione scatenarono l’ira di Dio.

Gli storici delle religioni hanno cercato di spiegare l’origine della magia prescindendo da tali racconti contenuti in questi testi antichissimi tenendo presente le condizioni in cui si trovavano a vivere gli uomini preistorici nonché le primordiali credenze dei nostri antenati.
Tali storici affermano che l’uomo preistorico era convinto che il mondo fosse popolato di moltissimi spiriti buoni e cattivi. Una volta che si affermò tale credenza non fu difficile compiere il passo successivo: cercare di comunicare con quelli buoni per ottenere favori e informazioni e di cercare di difendersi da quelli malvagi.
Secondo gli storici delle religioni nacquero in questo modo le pratiche magiche che si diffusero a tutti i popoli. In sintesi, gli uomini preistorici si proponevano, con l’utilizzazione della magia, di sottoporre ai loro voleri gli spiriti e gli eventi naturali.
Per comprendere i motivi che spingevano gli uomini preistorici a cercare di dominare gli spiriti e gli eventi naturali con le pratiche magiche dobbiamo tenere presente che essi vivevano in un mondo di pericoli permanenti che mettevano ogni giorno a repentaglio la loro vita.

L’uomo preistorico doveva rispondere alla domanda assillante: come trovare protezione dai pericoli ignoti che ci minacciano? Come influire su di essi?
Da tale infelicissima situazione l’uomo preistorico pensava di venir fuori utilizzando magie, incantesimi e danze propiziatorie. In definitiva la magia veniva considerata il mezzo più efficace per difendersi da un mondo naturale e soprannaturale spesso considerato spietato e ostile.
Di conseguenza venivano attribuiti grandi onori e grande considerazione a quelle persone che sembravano possedere poteri magici. In seguito, questi uomini prenderanno il nome di stregoni o sciamani e verrà loro riconosciuta la capacità di viaggiare al confine dei due mondi: il visibile e l’invisibile.
Gli altri membri della tribù ritenevano che gli sciamani avessero potere su entrambi i mondi.
Gli stregoni avevano l’importantissimo compito di attrarre eventi positivi sulle loro tribù e inviare malefici alle tribù nemiche. Lo stregone era depositario di conoscenze magiche trasmessegli per mezzo di iniziazione segreta.

Una delle principali caratteristiche dello sciamano era quella di essere posseduto dagli spiriti e di cadere in estasi: ma che cosa si intende per estasi? La parola estasi suggerisce l’idea di essere fuori di sé. Nel posseduto avviene una dissociazione della personalità accompagnata da fenomeni molto appariscenti. In genere lo sciamano cadeva in estasi per entrare in contatto con gli spiriti e con le divinità; le motivazioni che spingevano lo sciamano a entrare in contatto col mondo invisibile erano sempre preoccupazioni di tipo collettivo in quanto le aspirazioni individuali rimanevano secondarie e marginali rispetto agli interessi della collettività.
Soprattutto quando si verificavano epidemie, carestie, terremoti, alluvioni e guerre, la tribù chiedeva l’aiuto dello sciamano che era considerato in primo luogo un medico e un mago.
Vogliamo precisare che occasionalmente tutti i membri della tribù potevano essere posseduti dagli spiriti e cadere in estasi, ma lo sciamano era una specie di tecnico dell’estasi in quanto veniva posseduto molto frequentemente dagli spiriti.

In genere la chiamata all’attività di sciamano avveniva attraverso una prima sconvolgente possessione o come seguito di continuate possessioni che segnalavano l’individuo come prescelto dagli spiriti per svolgere l’attività di sciamano; non c’era esclusione di sesso, ma la preferenza per l’uomo o per la donna dipendeva dalle qualità personali e dalle tradizioni socioculturali.
Possiamo concludere mettendo in evidenza che il fenomeno dell’estasi e della possessione è rilevabile in tutte le epoche storiche e in tutte le culture, anche se in alcune di esse la possessione veniva considerata un privilegio e un fatto estremamente positivo mentre in altre veniva considerata un fatto negativo attribuibile a entità malvagie. Nello sciamanesimo si ritiene che lo sciamano possa essere posseduto da diversi tipi di spiriti (spiriti della natura, dei morti, degli antenati seppur raramente spiriti dell’essere supremo). Qualora la possessione avvenga inconsciamente occorre stabilire quale sia lo spirito che l’ha provocata mentre quando lo sciamano si propone di essere posseduto da un particolare tipo di spirito la questione non si pone (tale scelta dipende dalle circostanze e dall’esperienza personale).

Detto ciò, riteniamo di aver concluso il nostro discorso sulla complicata e interessante questione dell’origine della magia.

 

Autore: Giovanni Pellegrino  ed Ermelinda Calabria
Messo on line in data: Aprile 2020