SPECIALE RENNES-LE-CHATEAU: UNA DECIFRAZIONE di Redazione
Speciale Rennes-le-Chateau: Come ti demolisco un mito
Rennes-le-Château, una decifrazione. La genesi occulta del mito, di Mario Arturo Iannaccone (SugarCo Edizioni), è un’indagine rigorosa che parte dall’analisi dei documenti originali, oltre che della bibliografia sull’argomento, per arrivare alla conclusione che il mistero di Rennes esiste, ma non ha nulla a che fare con quello che comunemente si crede…
Non è facile sgombrare il campo da illazioni e invenzioni, dopo tutto quello che è stato detto sul “Curato dei miliardi”. Molti ripetono a pappagallo quello che si trova nei libri di Lincoln e compagnia, specialmente ne’ Il Santo Graal, con fantasiose aggiunte personali.
Con l’arrivo dell’ormai famigerato Il Codice da Vinci, le solite tesi sono state diffuse a macchia d’olio e quello che non hanno fatto centinaia di saggi ha potuto fare un romanzo. Chi lo legge senza sapere niente della storia di Rennes, nella gran parte dei casi, lo trova “storico” e ben documentato e non dubita che riporti molte scomode verità. Perfino molti Cristiani si sono bevuti acriticamente la storia che Gesù non è morto in croce e del complotto della Chiesa.
Nella prefazione del libro di Iannaccone, curata dal prof. Massimo Introvigne, si legge:
“Mi preme solo dire che il libro è necessario, e tempestivo, pure perché serve da antidoto a un romanzo che ha avuto un grande successo (anche in Italia) e che altro non è se non l’ennesima rivisitazione del mito di Rennes-le-Château, semplicemente trasposto ad altri luoghi così che la località francese non è mai neppure citata“.
Ma ora entriamo nel merito delle ricerche compiute da Mario Arturo Iannaccone. Nel capitolo iniziale, che ripercorre la vita di Bérenger Saunière, ci scontriamo subito con discrepanze che si allontanano dalla vicenda “mitica”: i lavori nella chiesa sono iniziati nel 1887, e non nel 1891 come si pensava. Ne dà testimonianza la fattura della ditta di Tolosa che eseguì i lavori. Il pilastro visigotico cavo, che avrebbe dovuto contenere rotoli di pergamena, non solo risale all’epoca carolingia (quindi è più recente), ma presenta una cavità molto piccola, assolutamente inadatta a contenere quattro rotoli di pergamena. A questo punto il parroco si reca a Parigi per farsi tradurre le pergamene.
Secondo la leggenda, mentre gliele traducono resta a Parigi per venti giorni, approfittandone per recarsi al Louvre. La cosa non sarebbe strana: il museo è una mecca per tutti gli appassionati d’arte. Però Saunière all’uscita compra le riproduzioni di tre quadri: “I Pastori d’Arcadia” di Nicolas Poussin (probabilmente il secondo del 1639), “Le tentazioni di sant’Antonio” di Teniers (che però colgono il santo in un momento di conversazione, senza tentazioni) e un quadro non specificato, che rappresenta Celestino V.
Nell’intermezzo parigino conosce anche alcuni esoteristi, tra cui Emma Calvé, notissima cantante lirica, amante ufficiale di Jules Bois, un giornalista che nel 1893 sarebbe poi stato coinvolto, con Stanislas de Guaita, in un’oscura storia di un omicidio per magia nera. La donna gli sarebbe poi rimasta amica (e forse anche qualcosa in più) per anni. Riavute le pergamene, e messo al corrente di ciò che significano, Saunière torna a Rennes.
Esistono prove dell’amicizia con Emma Calvé, delle frequentazioni di Saunière con gli esoteristi parigini? Neppure una. Però la leggenda vuole che, messi al corrente del contenuto delle pergamene, gli esoteristi elargiscano all’uomo capitali molto sostanziosi e una “missione” da compiere.
Nell’immagine a lato,
il supposto quadro di David Teniers comprato dal parroco: una “tentazione” senza tentazioni
Il resto è ormai noto: il ricchissimo parroco comincia a vivere da nababbo. Ristruttura la chiesa inserendovi molte stranezze e una scritta “agghiacciante”: Terribilis est locus iste. Poi fa costruire la faraonica Villa Betania, per ospitare gli amici nel lusso, e anche la Torre di Magdala, che dovrebbe contenere una biblioteca. Muore, forse per infarto, il 22 gennaio 1917, lasciando ogni suo bene alla perpetua, Marie Denarnaud.
Se la storia del mistero di Rennes è un’invenzione, chi ne è il responsabile? E perché?
Iannaccone elenca tutti i dati da lui trovati, a partire dai libri di Arsène Lupin, scritti da Maurice Leblanc (1864-1941), pieni di riferimenti al mistero di Rennes, ai segreti dell’alchimista Fulcanelli. Ripercorre la nascita del Priorato di Sion, ad opera di Pierre Plantard, della costruzione delle false pergamene da parte del suo amico de Chérisey, poi reo confesso dell’imbroglio.
Smonta la presunta appartenenza di Saunière alla massoneria (mai provata da alcun documento), in quanto convinto monarchico e anti-massone; dimostra che la chiesa di Santa Maria Maddalena, lungi dall’essere disseminata di stranezze che nasconderebbero un messaggio criptico, in realtà è “un tempio legittimista”. I particolare, la scritta “agghiacciante” sulla quale tutti insistono, attribuendola a luoghi che hanno visto manifestazioni sataniche o comunque paranormali, Terribilis est locus iste, non è affatto rara nelle chiese, in quanto tratta da un passo della Bibbia: “Questo è un luogo terribile, questa è la casa di Dio e la porta del cielo” (Genesi, 28, 17), dove con terribile si intende luogo a cui accostarsi con rispetto e timore, in quanto vi si sente la presenza divina.
Nell’immagine a lato,
foto di Bérenger Saunière
Fa poi rilevare la mancanza dei più significativi reperti-prova del mito, di cui si parla sempre, ma che nessuno riesce mai a vedere con i propri occhi; e, soprattutto, che Saunière faceva parte di un giro di traffico di messe su vasta scala, tesi sostenuta anche da Jean-Jacques Bedu in Rennes-leChateau. Autopsie d’un mythe. Ma è davvero possibile diventare ricchi sfondati col traffico di messe? Iannaccone ha una risposta anche per questo: il denaro non gli arrivò di botto, come viene sempre detto, ma nel corso di vent’anni. Dopo la condanna del 1911, infatti, il parroco fu costretto a interrompere i suoi redditizi affari e presto arrivarono i problemi economici. Tentò invano di vendere parte delle sue proprietà, di contattare banche per averne prestiti (che gli furono rifiutati). Cade quindi anche l’ipotesi di un lucroso ricatto alla Chiesa, per avere denaro in cambio del silenzio sulle pergamene che rivelavano la storia di Gesù e della Maddalena.
E allora, che cosa resta del supposto mistero di Rennes?
Come dice l’Autore alla fine del libro, “si possono influenzare la cultura, il pensiero e addirittura l’atteggiamento spirituale e la storia” proprio con la manipolazione e la diffusione di leggende e miti popolari, a cui la gente crede ciecamente, come dimostra il successo del libro di Brown.
Autore: Redazione
Messo on line in data: Marzo 2005