SPECIALE RENNES-LE-CHATEAU: MARIA MADDALENA di Emanuela Cella Ferrari
Speciale Rennes-le-Chateau: Il mistero della Maddalena e il femminino sacro
La storia di Maria Maddalena può essere incentrata su un unico tema costante, anche se con diverse variazioni. Il racconto è il seguente: poco dopo la crocifissione di Gesù, Maria Maddalena, insieme ai fratelli Marta, Lazzaro, Maria Salomè, una bambina nera di nome Sara e Giuseppe di Arimatea, viaggiarono per mare fino alla costa dell’attuale Provenza. Il motivo che aveva spinto il gruppo a intraprendere il viaggio varia secondo la versione dei vari autori. Secondo alcuni erano fuggiti alle persecuzioni contro la Chiesa primitiva; secondo altri erano stati deliberatamente mandati alla deriva dai loro nemici su una nave senza timone e senza remi. Solo per un miracolo riuscirono ad approdare sulla terraferma.
Il gruppo sbarcò dove ora si trova il villaggio di SANTES-MARIES-DE-LA-MER, in Camargue. Qui si divisero ed ognuno di loro prese vie diverse per diffondere la “buona novella”.
Si racconta che Maddalena predicasse in tutta la regione, convertendo i pagani, prima di diventare eremita in una grotta a SAINTE BAUME. Alcune versioni raccontano che qui visse per 40 anni, dedicandosi alla penitenza e alla meditazione. Quando morì, il suo corpo fu sepolto in quella città.
Nel corso dei secoli il ruolo di Maddalena è stato interpretato in modi diversi, spesso riflettendo l’atteggiamento della Chiesa verso le donne. Di lei la Chiesa costruì un’immagine che non corrispondeva affatto al personaggio di cui si parla nei Vangeli; fece di lei una prostituta pentita, sminuendo, così, la sua importanza.
Fino a poco tempo fa il suo ruolo è stato considerato marginale nella storia di Gesù e dei suoi discepoli. Solo negli ultimi vent’anni la sua figura è stata vista dagli studiosi sotto una luce molto diversa e, al giorno d’oggi, ha l’importanza che merita.
In realtà lei è la sola donna, eccettuata la Vergine Maria, menzionata con il suo nome in tutti i Vangeli. La prima volta compare durante la predicazione di Gesù in Galilea e fa parte di un gruppo di donne che lo seguivano.
Nell’immagine a lato,
“Maria Maddalena”, affresco di Pier della Francesca. Cattedrale di Arezzo
E’ colei da cui sono stati scacciati sette demoni. Il suo ruolo assume un nuovo significato, molto più profondo, con la sua presenza ai piedi della croce e quando diventa la prima testimone della Resurrezione.
Inoltre Maddalena fu la prima a ricevere tra i discepoli un incarico apostolico direttamente da Gesù: portare la notizia della sua Resurrezione agli apostoli. La Chiesa primitiva riconobbe l’importanza di questo episodio e le diede il titolo di APOSTOLA APOSTOLORUM: apostola degli apostoli.
In realtà, le donne avevano un ruolo molto importante nella missione di Cristo, anche se, leggendo i Vangeli, si ha l’impressione che i discepoli fossero solo uomini. Solo nel Vangelo di Luca vi è un riferimento alle donne. Ciò che appare insolito è che, negli altri Vangeli, la loro presenza viene nominata solo ai piedi della Croce; questo perché, molto probabilmente, esse sono state le uniche a rimanergli fedeli fino all’ultimo.
In ogni caso gli apostoli nutrivano nei confronti di Maddalena un sentimento di rivalità, dettato dalla gelosia, e alcuni di loro non approvavano il fatto che una donna ricoprisse un ruolo tanto importante.
Maria Maddalena appare, comunque, come una figura scomoda per la Chiesa. Solo nel 1969, infatti, la Chiesa cattolica revocò ufficialmente l’etichetta di prostituta affibbiata a Maddalena da Papa Gregorio, ammettendo così il proprio errore. Ciò nonostante l’immagine della Maddalena è rimasta quella della meretrice pentita.
Nei Vangeli lei asciuga i piedi di Gesù con i capelli; un atto intimo, se compiuto in pubblico da una donna; inoltre è ritratta con i capelli sciolti, a capo scoperto. Per una donna presentarsi in pubblico con la chioma al vento era considerato un grave peccato. A Maddalena, però, la cosa sembra non importare nulla, e ancora più insolito è l’atteggiamento di Gesù che, non solo non la rimprovera, ma la incoraggia, prendendosela con chi ne critica la condotta. Entrambi si comportano come forestieri in terra straniera: non c’è dunque da meravigliarsi se non sono capiti, in particolare dai dodici. L’unzione non era una consuetudine ebraica, ma allora, a quale tradizione apparteneva?
Nell’immagine a lato,
“Noli me tangere” di Tiziano (1490 ca.-1576), raffigurante l’incontro tra Maria Maddalena e Gesù, appena risorto
Ai tempi di Cristo esisteva un rito pagano sacro, in cui una donna ungeva il capo, i piedi e i genitali di un eletto per prepararlo a un destino molto particolare. Era la cerimonia di consacrazione del re, durante la quale la sacerdotessa selezionava il prescelto e lo cospargeva d’olio aromatico, prima di conferirgli l’onore della regalità con un rito sessuale noto come IEROGAMIA.
L’unzione era parte della preparazione rituale alla penetrazione che sarebbe avvenuta durante la cerimonia, nella quale il sacerdote-re era pervaso dalla potenza del dio, mentre la sacerdotessa-regina era posseduta dalla grande dea. Senza il potere della donna, il sovrano prescelto non avrebbe potuto regnare e non avrebbe avuto nessuna autorità. Questo era il significato originario delle nozze sacre.
Il matrimonio sacro era un concetto familiare ai pagani dei tempi di Cristo. Alcune sue varianti erano comunemente praticate dai fedeli di numerosi culti come quello del dio egizio Osiride che la consorte Iside riuscì a resuscitare per il tempo sufficiente a concepire il figlio Horus. Nelle antiche civiltà , quindi, il concetto dell’unione sacra era, non solo molto diffuso, ma rappresentava un vero e proprio rapporto di simbiosi esistente tra maschile e femminile. Ne sono un esempio le relazioni intime tra Osiride ed Iside, Adone e Venere, Tamuz e Ishtar. In queste culture la gioia usciva dalla camera nuziale degli dei per diffondersi tra la gente che abitava nel loro regno.
Riti simili sono attestati in varie liturgie in tutto il vicino Oriente.
Il “Cantico dei Cantici” è considerato, da molti autori, l’adattamento di un antico poema liturgico relativo alla cerimonia dello HIEROS GAMOS di Iside ed Osiride. In tutti questi riti il re viene giustiziato e la sua sposa lo cerca, piangendone la morte, finché si riunisce a lui.
Le donne hanno avuto un ruolo molto importante anche nella Chiesa primitiva. Esse mettevano a disposizione la loro casa come luogo di incontro, e alcune prestavano servizio come diacone e perfino come sacerdotesse. Nei testi cristiani più antichi Maria Maddalena è identificata come la sposa archetipica dello sposo eterno, come il modello cui l’anima e l’intera comunità devono ispirarsi nella loro ricerca e nel loro desiderio di unione con il divino.
Indica la via della relazione erotica, la via del cuore e, insieme con il suo sposo, fornisce la possibilità di immaginare il divino come una coppia di amanti. Parla dell’armonia tra la ragione (logos) e la saggezza (sophia) che rappresenta il divino come unione tra gli opposti. L’unzione di Gesù, da parte di Maddalena, è, quindi, un rito che risale ai culti della fertilità.
Gesù stesso lo riconobbe e lo approvò nel contesto del suo ruolo di sovrano destinato al sacrificio: ”Lei ha anticipato l’unzione del mio corpo per la sepoltura” (Mr 14,8).
Nei Vangeli la Vergine Maria e Maria Maddalena rappresentano la Sophia più alta e la Sophia caduta. Vengono chiamate con lo stesso nome per mettere in rilievo il fatto che, a livello mistico, non sono che due aspetti della stessa figura. Nel rito cristiano di Sophia, che rappresenta l’anima è la figura centrale, mentre il suo fratello e amante, simbolo della coscienza, è un personaggio secondario. Nel mito di Gesù è l’opposto; il dio uomo è il protagonista principale. Secondo gli gnostici cristiani nella storia di Cristo compaiono numerose allusioni alle nozze mistiche. La più importante è il rituale dell’Eucarestia, che si fonda su antichi riti ierogamici dei misteri pagani. I primi cristiani associavano il pane a Maria e il vino a Gesù, che nel Vangelo di Giovanni è chiamato “ la vera vite”. Nell’atto cerimoniale consistente nel mangiare il pane e bere il vino, il dio uomo e la dea, vale a dire la coscienza e l’anima, entrano in comunione nel matrimonio mistico.
In precedenza, alle nozze di Canaan, Cristo aveva miracolosamente trasformato l’acqua in vino. Secondo gli gnostici cristiani ciò rappresenta il matrimonio mistico. Quello dell’acqua che diventa vino è un simbolo arcaico dell’ebbrezza estatica provocata da una trasformazione spirituale.
Tutto questo dimostra quanto il “femminino sacro” sia stato fondamentale nella società; senza il potere femminile, il potere maschile non esisterebbe e la società umana stessa perderebbe completamente la propria importanza e il proprio valore.
Autore: Emanuela Cella Ferrari
Messo on line in data: Marzo 2005