I TAROCCHI (PARTE QUARTA) di Emanuela Cella Ferrari
La Torre
Sotto il profilo cabalistico, la lettera ebraica che corrisponde alla Torre è GHAIN. Significa rumori sordi, senza armonia; tutto ciò che è falso, perverso e cattivo. Il segno zodiacale corrispondente è lo SCORPIONE.
Il suo valore numerico è 16; ed è 4+4+4+4. Nell’Imperatore il quattro simboleggia ciò che è stato creato, manifestato, ciò che è tangibile. Ma 16 si può anche scrivere 1+6=7; il Carro. Quindi superando l’orgoglio del potere materiale che può schiacciarlo, l’uomo riporterà la vittoria su se stesso.
Questa lama ci presenta una Torre: essa è il primo edificio che incontriamo nei tarocchi. La Torre rappresenta la Grande Opera costruita dall’uomo. Essa è in corso di esecuzione e non può essere giudicata se non quando è finita. La bellezza di un edificio non si manifesta se non quando vengono tolte le impalcature che hanno permesso di costruirlo. Noi non possiamo ammirare il nostro mondo imperfetto e rendergli giustizia se non immaginando la perfezione verso la quale tende.
Poiché tutto si costruisce, chiediamo ai costruttori i segreti della loro arte. Essi ci condurranno davanti alle due colonne erette davanti al tempio che essi edificano a gloria del Grande Architetto dell’universo. La prima delle due colonne, quella di destra, Jakin, ha come iniziale uno Jod e significa: EGLI STABILISCE, FONDA. Questa colonna è consacrata al fuoco interiore che anima tutti gli esseri per farli agire da soli. E’ il potere creatore individuale che anima ogni individuo.
L’arcano numero 16 è l’immagine simbolica della Torre di Babele. I mattoni che la compongono sono di color carne, per indicare che si tratta di una costruzione vivente, dotata di sensibilità. E’, in grande, la società umana, in piccolo, il corpo di ciascuno di noi, che è una composizione di cellule nate le une dalle altre per aggregarsi in organi, come le pietre di un edificio che fossero capaci di formarsi e di adattarsi da sole, obbedendo ad attrazioni misteriose.
I materiali della Torre che bordano le aperture sono di un rosso vivo. Le aperture sono 4: una porta e tre finestre, due delle quali rischiarano il piano di mezzo della dimora dello spirito, e la terza illumina la camera superiore, mentre il piano terreno è illuminato dalla porta che rimane aperta. Il piano inferiore, al quale è facile accedere, corrisponde alle prime nozioni di vita che l’individuo apprende. Dal primo piano la vista è più ampia e l’osservazione, dalla finestra di sinistra, diviene cosciente: è la scienza che si costruisce attraverso l’accumularsi dei frutti dell’esperienza.
Dalla finestra di destra entra la luce del ragionamento, che coordina le nozioni acquisite e ne estrae una filosofia. Ma è possibile salire ancora più in alto, per giungere nel santuario illuminato da una sola finestra: quella della fede.
Innalzarsi troppo è pericoloso: così ci avverte la folgore partita dal sole che decapita la torre. In questo caso il sole è il simbolo della ragione che governa gli uomini e che si oppone alle loro stravaganze. Quando perseguiamo un’impresa chimerica la catastrofe è fatale, provocata per colpa nostra, ma determinata nel suo compimento, dall’azione della luce che rischiara le intelligenze. Ciò che è irragionevole si condanna da solo al crollo: tanto peggio per l’ambizioso che si è sforzato di elevarsi così in alto, senza pensare che le vette attirano la folgore.
I due personaggi dell’arcano sedici subiscono il castigo della loro presunzione;vengono precipitati insieme ai materiali che si sono distaccati dalla torre. Il primo personaggio indossa un abito dai colori discordanti. Vi domina l’azzurro, in segno di idealità; vi si associa il rosso, che attribuisce l’attività al braccio destro, e il verde, riservato alla regione del cuore, sensibile al fascino femminile. La gamba sinistra è gialla, in opposizione alla destra che è azzurra, per indicare un cammino diviso tra la pietà, la fedeltà (azzurro) e l’invidia che spinge alla bramosia dei beni materiali (giallo).
Il secondo personaggio è vestito di rosso, poiché è l’Architetto della Torre, il costruttore del corpo che muore con lui: per questo riceve sulla nuca un colpo mortale.
Bisogna infine osservare le sfere multicolori che l’esplosione della torre ha proiettato tutto intorno; sono le energie accumulate dalla vita stessa.
Queste forme, da cui si è ritirata la vita attiva, sono i resti che sussistono come testimoni del passato…
In questa parte ci dedicheremo al quarto gruppo di Tarocchi: la Torre, le Stelle, la Luna, il Sole e il Giudizio.
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Autore: Emanuela Cella Ferrari
Messo on line in data: Marzo 2005
Le immagini sono tratte da “I Tarocchi dell’Iniziazione“, pubblicati nella Collana “L’Arte dei Tarocchi”, Gruppo Lo Scarabeo, edizioni Fabbri, 2001, Milano. Si ringraziano le Edizioni Fabbri, e in particolare Fabrizio Costantini, per averci concesso di riprodurle in questa rubrica.